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Arriva l’inverno

Written by Team divisionesvago.it. Posted in News

Ufficialmente saremmo ancora in pieno autunno, ma quest’anno, a differenza di quelli precedenti, la neve ha iniziato a cadere molto presto. Sulle Alpi Occidentali, nella notte tra venerdì 23 e sabato 24 abbondanti nevicate hanno imbiancato il paesaggio, a partire dai 1000 mt, accompagnate da un vento piuttosto forte che ha contribuito a creare un paesaggio affascinante. 

Sfruttando dunque la bella giornata di sole di sabato, abbiamo deciso di ritornare dopo alcuni anni in un luogo certamente frequentato durante l’estate, molto meno in questa stagione tardo autunnale: il Parco Orsiera Rocciavrè. In particolare salendo in auto fino all’abitato di Città, ci siamo addentrati nella riserva prima in direzione del Rifugio Amprimo e successivamente verso il Rifugio Toesca (1720 mt.). Il percorso risulta agevolmente percorribile con le ciaspole, dal momento che le pendenze sono ridotte e per lunghi tratti si percorre un bellissimo bosco, intervallato da suggestive radure.

La salita, avvicinandosi verso il Rifugio Toesca, abbandona il bosco e supera alcuni pascoli, al momento interamente innevati. Questo permette di osservare un panorama notevole, all’interno del quale spicca sicuramente il Rocciamelone, che svetta co n la sua parete Sud sopra tutta la Bassa Val di Susa. Il Rifugio Toesca, collocato all’inizio di una conca che culmina con la Punta il Villano, il Colle del Sabbione e la Punta Rocca Nera, si raggiunge infine dopo alcuni tornanti che permettono di superare gli ultimi metri di dislivello.

Il Rifugio, grazie alla volontà dell’attuale gestore, è aperto anche nella stagione autunnale ed invernale in tutti i weekend e continuativamente nel periodo natalizio. La scelta, certamente in controtendenza con le abitudini della Valle, offre un’ottima possibilità a tutti coloro che vogliono sfruttare queste belle giornate novembrine, nevose, ma accompagnate da condizioni climatiche ancora favorevoli.


 

 

Traversata in cresta dalla Aiguilles de Sorellier alla Aiguille Dibona

Written by Team divisionesvago.it. Posted in News

St Christophe in Oisans, 9 e 10 Agosto 2018

Il Massiccio del Soreiller costituisce uno degli angoli più selvaggi del Massiccio degli Écrins.

La roccia prevale sul ghiaccio di altre zone della regione e la cima più alta raggiunge “solo” i 3596 m, l’Aiguille du Plat de la Selle. Il massiccio si estende tra la Valle del Vénéon a Sud e la Breche du Râteau a Nord. La montagna più nota della zona è senza dubbio l’Aiguille Dibona la cui presenza ha portato alla costruzione anche di un rifugio, il Refuge du Soreiller.

Salendo verso il Refuge du Soreiller questo monolite roccioso compare davanti agli occhi all’improvviso. Alla prima impressione appare impossibile da conquistare, giudizio al quale giunsero molti dei primi esploratori/alpinisti della zona che considerarono per lunghi anni questa cima inaccessibile. Il suo aspetto cambia molto a seconda del punto di osservazione, tanto da essere irriconoscibile tanto dall’alto quanto osservando la sua parete Est. Inizialmente denominato Pain du Sucre du Soreiller, il suo nome divenne Aiguille Dibona dopo essere stato conquistato da Angelo Dibona**.

La nostra traversata è partita dal rifugio Soreiller, e si è sviluppata da ovest ad est, salendo sulla Aiguille Occidentale,  passando dalla Aiguille Central du Soreiller, culminando con l’ascesa della Aiguille Dibona raggiunta al termine di una bellissima giornata, iniziata con qualche timore visto che il primo giorno, mentre raggiungevamo il rifugio, il maltempo aveva imperversato fino a tarda sera con una inaspettata piccola nevicata che aveva imbiancato le cime, di fatto rendendo la roccia viscida.
Con grande nostra fortuna il giorno successivo, già al mattino presto, la situazione era decisamente migliorata: cielo stellato e,con l’arrivo del sole, clima mite con roccia sempre più asciutta, ottima da scalare.
La traversata è di grande soddisfazione, un paio di passaggi un po’ duri ma per il resto percorribile con lunghi tratti in conserva.
Poi l’arrivo sulla Dibona, un po’ stanchi ma veramente soddisfatti: in circa un’ora torniamo al rifugio e poi con altre due ore su buonissimo sentiero raggiungiamo Les Etages (Saint-Christophe-en-Oisans, 38) dove avevamo lasciato la nostra auto.

 

Accesso stradale: Monginevro, Briancon, Colle del Lautoret, La Grave, St Christophe in Oisans. Prendere la strada che va in direzione di la Berarde, fino al piccolo villaggio des Etages (parcheggio a monte della strada all’entrata del piccolo villaggio).

**Angelo Dibona è stata una guida alpina ed alpinista italiano a ragione considerato tra i migliori arrampicatori del secolo scorso. La sua salita fece tanto scalpore da portare gli abitanti della zona a modificare il nome della cima oggi nota come Aiguille Dibona. Angelo nacque nel comune di Cortina d’Ampezzo nel 1879, dove divenne nel 1911 uno dei primi maestri di sci di Cortina. La sua carriera alpinistica bloccata poi dalla Prima Guerra Mondiale, iniziò nel 1908, ma visse le sue tappe più importanti un anno dopo nel 1909 sullo spigolo nord-est della Cima Grande di Lavaredo, nel 1912 sulla parete Sud della Meije e nel giugno del 1913 con l’Aiguille Dibona.

Vallèe de la Clarèe: gli stambecchi sulla Crête de la Casse Blanche (2914 m)

Written by Team divisionesvago.it. Posted in News

Domenica 16 settembre, dopo aver controllato “la meteò” decidiamo di spostarci in Francia visto che le previsioni danno tempo stabile.

Oltrepassiamo quindi il Colle Monginevro e percorrendo la strada N94 raggiungiamo La Vachette. Seguiamo le indicazioni per Val de Pres e Plampinet fino a raggiungere Nevache: raggiungiamo l’ampio parcheggio ed imbocchiamo la strada per Laval, dove lasciamo l’auto per iniziare la nostra escursione.

Itinerario:
Dal parcheggio si procede su sterrata incontrando subito dopo poche decine di metri un bivio, dove bisogna trascurare la sterrata di destra che conduce al Refuge des Drayères e Lac de Clarée, per procedere invece a sinistra sulla sterrata con indicazione per il Lac des Béraudes, che scende ad attraversare un ponticello in legno sul torrente La Clarée. Superata poi un’altra piccola passerella il sentiero prende a salire piuttosto ripido all’interno di un bosco di conifere. Usciti poi dal bosco si prosegue su buon sentiero sino ad individuare un masso con una freccia azzurra che ci indica di prendere una traccia sulla sinistra, a circa 2400 mt., abbandonando il sentiero che conduce al Lac des Béraudes.
La traccia attraversa, praticamente in piano, un pendio detritico fino a raggiungere dei grandi massi. Poco oltre incontriamo un pendio di fini detriti, che con una evidente traccia, lo risale con qualche zig-zag conducendoci al Lac Rouge mt. 2596…purtroppo praticamente asciutto.

Il colpo d’occhio è comunque molto bello; il lago è sovrastato da una grande bastionata rocciosa con ampi ghiaioni che rendono il panorama quasi lunare. Si prosegue su buona traccia segnalata da ometti che ci conduce ad un’ampia conca sbarrata dalla Crete de Casse Blanche.

Il sentiero si presenta in discrete condizioni ed in breve si raggiunge la cresta: tantissimi stambecchi ci attendono, per nulla impauriti dalla nostra presenza. Anche quest’anno abbiamo ritrovato gli stambecchi in questa zona; sono animali veramente unici: riescono a vivere in luoghi impervi e con pochissima erba mostrando doti da “veri alpinisti”.