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Écrins sauvage: Vallon de la Selle e Râteau Est

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Ormai è diventata una tradizione: ogni estate almeno un paio di volte facciamo visita al magico mondo degli Écrins, con i suoi valloni selvaggi, le sue pareti, i suoi rifugi ed il suo ambiente unico all’estremo Ovest delle Alpi. Come al solito Fede propone e noi ci affidiamo a lui: non sbaglia mai! Anche quest’anno è stato così e dunque a fine luglio abbiamo fatto visita al Refuge de la Selle per proseguire il giorno dopo verso il Râteau Est: 3809 m.  

Il Vallon de la Selle non è tra i luoghi più frequentati degli Écrins. Un bel sentiero prende avvio dall’abitato di Saint Christophe en Oisans e conduce in circa tre ore al rifugio che prende il nome dalla valle. Il luogo è veramente bello, soprattutto quando al tramonto tutte le cime attorno si illuminano di rosso.  

Refuge de la Selle sunset

Il Vallon de la Selle non è tra i luoghi più frequentati degli Écrins. Un bel sentiero prende avvio dall’abitato di Saint Christophe en Oisans e conduce in circa tre ore al rifugio che prende il nome dalla valle. Il luogo è veramente bello, soprattutto quando al tramonto tutte le cime attorno si illuminano di rosso.  

Sebbene la cena non sia stata delle migliori, la notte trascorre tranquilla ed alle 3 ci svegliamo per fare colazione in vista della partenza. La prima parte del percorso dopo il rifugio è ancora su sentiero e sfasciumi fino all’inizio di un breve ghiacciaio che attraversiamo da sinistra verso destra in direzione della Brêche du Râteau.

Fede conduce la cordata lungo un paio di tiri che ci permettono di guadagnare il piccolo colle appena citato. Da qui una bella cresta, mai difficile, poi un po’ di sfasciumi, quindi di nuovo roccia discreta permettono di guadagnare quota sino all’inizio di una parte nevosa. Il panorama è di prim’ordine, dal momento che ci troviamo al cospetto del massiccio della Meije che per tutta la giornata si fa ammirare in tutta la sua bellezza. L’ultimo tratto è costituito da un’affilata, ma piatta cresta che superando le ultime asperità conduce in vetta: Râteau Est raggiunto!

Dalla cima il panorama, se possibile, è ancora più bello; il cielo terso infatti ci permettono di scorgere tantissime cime, dal Monte Bianco al Monviso: una vera meraviglia!

La discesa è lunga, resa faticosa più dal caldo che dal terreno. Senza particolari difficoltà scendiamo la parte nevosa, quindi disarrampichiamo lungo la cresta, infine attraversiamo di nuovo il ghiacciaio in senso inverso. Una bella birra ci accoglie al rifugio e ci prepara per l’ultima parte del percorso. Dal rifugio alla macchina una leggera brezza di vento e qualche nuvola ci accompagnano e così in meno di due ore la nostra avventura nel vallone della Selle è conclusa.

Monte Chaberton – Ferrata cresta Sud-est

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Da quest’anno il Monte Chaberton può essere raggiunto anche attraverso una nuova via ferrata che ripercorrendo il già esistente itinerario della via Perona, supera la cresta Sud-est della montagna fino ad uscire a fianco delle celebri cannoniere. Durante l’autunno scorso, le guide alpine Valsusa ed il Comune di Cesana hanno infatti completato un bel itinerario che prende avvio all’interno delle gorge di Claviere e conduce sino ai 3131 metri della sommità.

Sono presenti tre tratti di ferrata: il primo sale fino all’ex strada statale che sale da Cesana a Claviere, il secondo prende avvio proprio da quel punto (all’uscita delle gallerie) e conduce prima a Batteria Bassa e poi, con un sentiero, a Batteria Alta, infine un terzo troncone comincia a 2700 metri e seguendo la cresta Sud-est arriva in cima. In mezzo tra Batteria Alta (dove è possibile concludere l’escursione scendendo con un sentiero a Claviere) e la cresta è presente un comodo sentiero militare che con ampie svolte supera il dislivello presente. Se i primi due tratti possono essere pienamente considerati una via ferrata, con pioli di ferro e passaggi tipici di questi percorsi, la parte alta assume l’aspetto di una via di alta montagna, il cavo offre la possibilità di percorrere la bella cresta in sicurezza e la progressione alterna tratti in cui occorre usare le mani ad altri di “cammino”. Nel complesso quest’ultima parte risulta essere la più piacevole, il contesto è eccezionale, il panorama non manca mai, così come l’ambiente di alta montagna.

Sfruttando le belle condizioni del mese di luglio abbiamo deciso di percorre questo itinerario. Siamo già saliti diverse volte su questa cima, ma il versante Sud ci manca. Lasciamo l’auto alla fine dell’abitato di Claviere vicino alla vecchia dogana, così da essere più comodi in discesa. La ferrata infatti prende avvio dall’altra parte del paese: occorre attraversarlo per tutta la sua lunghezza, oltrepassare il ponte tibetano ed il campeggio e scendere ancora lungo la vecchia statale. Alla fine della prima galleria che si incontra sulla sinistra (scendendo) prende avvio la ferrata. L’estate scorsa questo tratto era stato già attrezzato ed aperto e l’avevamo già sperimentato. Saliamo dunque veloci fino a Batteria Bassa e da qui seguiamo il sentiero che con una bella serpentina ci conduce a Batteria Alta. Questo tratto reso piacevole dal profumo della resina scaldata dal sole può essere evitato attraverso un secondo tratto di cavo che supera più direttamente ed attraverso delle cenge una parte dei tornanti.

Non si può sbagliare il percorso perché sempre evidente ed infatti senza problemi proseguiamo decisi verso la cresta Sud-est. Il sentiero si è conservato in buone condizioni ed in circa un’ora da Batteria Alta siamo all’attacco dell’ultima parte del percorso. Si trova qui una targa che commemora Mario Perona, guida alpina di Cesana, a cui è dedicata una via che percorre la cresta. La via ferrata per lunghi tratti ripercorre lo stesso percorso, segnato ancora da alcuni bolli gialli. Seguiamo il percorso tracciato dal cavo che non presenta difficoltà sostenuto o continue; ogni tanto un breve risalto roccioso deve essere superato con alcuni passi di arrampicata, sempre protetta dalla presenza del cavo. Superiamo anche due ponti tibetani, brevi ma caratteristici, che ci offrono l’occasione di scattare qualche bella foto. Nell’ultima parte la via ferrata non segue più la Via Perona, ma prosegue più diretta lungo in filo e ci conduce poco dopo in cima.

Questo nuovo percorso costituisce una bella possibilità di raggiungere la vetta del Monte Chaberton attraverso un percorso differente e meno frequentato. La presenza del cavo inoltre offre grande sicurezza e questo rende la salita piacevole, tanto per l’ambiente, quanto per la progressione.

Per iniziare: Signal du Petit Mont Cenis

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Una bella giornata di sole (e qualche nuvola) ci ha accompagnato nella salita odierna, che ci ha visti impegnati nella salita al Signal du Petit Mont Cenis. È una bella montagna che si erge a Nord-ovest del Lago del Moncenisio, ben evidente anche nel percorrere la strada asfaltata del frequentato colle. Secondo le carte francesi la sommità ha come toponimo Signal du Petit Mont Cenis, per via della sua posizione preminente rispetto al Colle del Piccolo Moncenisio, mentre su quelle italiane si legge Punta Clairy.

La salita prende avvio in prossimità del rifugio del Piccolo Moncenisio, dove si può arrivare comodamente in macchina attraverso una strada asfaltata. Inizialmente saliamo lungo una bella e comoda sterrata, raggiunta quindi una palina di indicazioni, abbandoniamo la strada e proseguiamo verso il colle di Sollières. Il percorso è piacevole, si superano bei pascoli verdi ed in poco più di un’ora si tocca il colle.

Dal colle l’erba lascia il posto alle rocce rotte, ma il sentiero prosegue ben marcato. Supera un tratto un po’ più ripido, quindi si mantiene a ridosso della cresta Ovest della nostra cima. Un ultimo tratto di facile cresta permette di toccare la massima sommità del Signal du Mont Cenis, ben segnalata da un paio di grossi ometti di vetta ed una targa commemorativa.

Le nuvole purtroppo ci precludono di ammirare il bellissimo panorama della vetta. Verso Ovest dominano comunque la scena le montagne del Parco Nazionale della Vanoise, con la Dent Parrachè e la Grande Casse. Poco più a destra della massima sommità della Vanoise, riusciamo a scorgere anche le Aiguilles de Tréletête e l’Aiguille de Bionassay. A Nord la valle di Bessans sale fino all’Albaron ed alle sue spalle il Gran Paradiso. Più vicini a noi il gruppo del Roncia e quello dell’Ambin. Ancora verso Sud-ovest la Pierre Menue e le cime di Bardonecchia, mentre lontano sullo sfondo la Meije e le Aiguilles d’Arves.