Strahlhorn: vento e sole a 4190 m.

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Lo Strahlhorn è una bella cima in territorio svizzero, si erge sopra il Mattmark, la diga a materiali naturali più grande d’Europa e costituisce una classica dello scialpinismo nella stagione primaverile e dell’alpinismo in quella estiva. La via normale di salita sebbene non presenti particolari difficoltà, è un percorso molto bello e lungo che risale tutto l’Allalingletscher, passa sotto la parete Est del Rimpfischhorn e raggiunge quindi la panoramica cima posta a 4190 metri.

Dopo aver salito in giornata l’Allalinhorn sfruttando l’impianti di Saas-Fee, una volta ritornati al Felskinn, prendiamo il sentiero in direzione Britannia Hutte, che si raggiunge in circa un’ora ed un quarto dopo aver compiuto alcuni sali e scendi. A differenza di molti rifugi svizzeri, qui si sta molto bene, il cibo è ottimo, così come la struttura. Prima di cena saliamo il Klein Allalin, una piccola sommità posta sopra il rifugio che permette di avere una bellissima vista sul percorso del giorno successivo, parzialmente coperto dalla nuvole.

Il clima migliora ed infatti il mattino seguente poco prima delle 4 partiamo dal rifugio dopo una buona colazione. La salita inizia con una discesa, infatti dal rifugio è necessario scendere per circa 50 metri di dislivello in modo da mettere piede su una prima lingua di ghiaccio. Ci teniamo un po’ troppo alti e questo ci costringe ad un breve labirinto tra qualche crepaccio, che superiamo senza particolari difficoltà. Prima di incontrare l’Allalingletscher il percorso affronta una pietraia, con alcuni dossi da superare prima di ritornare su neve. Da questo punto in poi è impossibile sbagliare, la traccia è molto evidente e questo ci permette di ammirare una bellissima alba, che illumina anche la nostra meta offrendoci uno scorcio notevole. 

 

Il tracciato continua abbastanza dolce, affronta solo un paio di rampe un po’ più ripide, la seconda delle quali permette di toccare l’Adlerpass, posto a 3789 metri. Da qui risaliamo per un breve tratto la cresta Ovest ed il vento, fino a quel momento assente, inizia a spirare piuttosto forte. La salita incontra quindi un paio di piani nevosi, superati i quali si toccano le rocce della vetta, segnalata da una bella croce metallica. Purtroppo il vento non ci offre tregua e ci costringe ad una breve sosta in vetta prima di intraprendere la lunga discesa. Questo non ci impedisce di ammirare il fantastico panorama della cima, un balcone su tutto il Gruppo del Rosa, sulle vicine cime del Mischabel ed anche sul versante svizzero del Cervino. Notevole!

La discesa non oppone particolari difficoltà se non il superamento dell’ultimo tratto del ghiacciaio e la faticosa risalita prima alla Britannia Hutte e poi al Felskinn. 

Nel complesso lo Strahlhorn è proprio una bella salita, che permette di raggiungere una cima dal panorama unico senza opporre particolari difficoltà e con il surplus di un rifugio bello ed accogliente. 

Allalinhorn: una croce tra le nuvole

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L’estate scorsa per la prima volta avevamo fatto un breve viaggio alpinistico in Svizzera con la salita al Weissmies ed al Lagginhorn. Conquistati dalla sua bellezza abbiamo deciso di tornarci, questa volta con destinazione Saas-Fee. Il paese è chiuso alle auto, ci si sposta a piedi e sopra le case la scena è dominata da cime fantastiche: il Dom, il Täschhorn, l’Alphubel e l’Allalinhorn. Proprio quest’ultimo è stato scelto per la nostra uscita.

L’Allalinhorn è una bella montagna, la cui via normale è molto frequentata per via di una funivia ed una metropolitana alpina che riducono di molto il dislivello. Il Metro Alpin è una vera e propria attrazione e colpisce per il contesto in cui è stato costruito. All’arrivo del trenino è presente anche un ristorante girevole e l’escursione prende avvio proprio da questo punto.

Una classica degli Écrins: Roche Faurio

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Tante volte abbiamo fatto visita agli Écrins, quest’anno dopo aver conosciuto il Vallon de la Selle, siamo tornati in uno degli angoli più “noti” del parco: il Glacier Blanc. Dopo aver salito la Barre des Écrins ed il vicino Dôme, questa volta insieme a Fede abbiamo deciso di dirigerci verso Roche Faurio, bella cima posta proprio di fronte alla coppia di “Quattromila” del Parco. 

In una calda giornata di fine luglio abbiamo compiuto l’usuale salita verso il Refuge des Écrins, un bellissimo balcone sul Glacier Blanc. Da quest’anno è cambiato il gardienne (il gestore come lo chiamiamo noi in Italia) ed il rifugio ne ha risentito positivamente, si sta proprio bene e bisogna ringraziare per questo Damien, che avevamo già conosciuto diversi anni fa quando lui gestiva il Refuge du Pelvoux e noi avevamo vissuto sempre con Fede un’altra bella avventura in montagna.

Durante la salita al rifugio diverse nuvole coprono il cielo, minacciando pioggia e fino a tarda sera il panorama dal rifugio è quasi nullo. Il mattino seguente il clima è cambiato totalmente, cielo sereno e clima ideale per l’alta montagna. Raggiungiamo rapidamente il ghiacciaio sottostante e iniziamo a salire. La prima parte è quasi pianeggiante e conduce all’interno del bacino alla base della Barre des Écrins. A questo punto lasciamo il piano e la pendenza aumenta senza però rendere mai l’itinerario difficile. Si supera una piccola terminale e si raggiunge un primo breve tratto di cresta rocciosa. Da questo punto in poi il panorama è davvero incredibile: la Barre des Écrins domina la scena e la posizione della montagna permette di ammirare da vicino quasi tutto il massiccio degli Écrins. 

  

L’ultimo tratto costituisce il passaggio più impegnativo (e divertente) dell’ascensione: una breve ed esposta cresta di buona roccia ci conduce fino alla cima, abbastanza ristretta e caratterizzata da un punto geografico. Roche Faurio ci ha regalato una bellissima salita, la meteo ci ha aiutato e Fede come al solito ci ha condotto in un luogo magico, lungo una grande classica degli Écrins.