Per iniziare: Signal du Petit Mont Cenis

Written by Team divisionesvago.it. Posted in News

Una bella giornata di sole (e qualche nuvola) ci ha accompagnato nella salita odierna, che ci ha visti impegnati nella salita al Signal du Petit Mont Cenis. È una bella montagna che si erge a Nord-ovest del Lago del Moncenisio, ben evidente anche nel percorrere la strada asfaltata del frequentato colle. Secondo le carte francesi la sommità ha come toponimo Signal du Petit Mont Cenis, per via della sua posizione preminente rispetto al Colle del Piccolo Moncenisio, mentre su quelle italiane si legge Punta Clairy.

La salita prende avvio in prossimità del rifugio del Piccolo Moncenisio, dove si può arrivare comodamente in macchina attraverso una strada asfaltata. Inizialmente saliamo lungo una bella e comoda sterrata, raggiunta quindi una palina di indicazioni, abbandoniamo la strada e proseguiamo verso il colle di Sollières. Il percorso è piacevole, si superano bei pascoli verdi ed in poco più di un’ora si tocca il colle.

Dal colle l’erba lascia il posto alle rocce rotte, ma il sentiero prosegue ben marcato. Supera un tratto un po’ più ripido, quindi si mantiene a ridosso della cresta Ovest della nostra cima. Un ultimo tratto di facile cresta permette di toccare la massima sommità del Signal du Mont Cenis, ben segnalata da un paio di grossi ometti di vetta ed una targa commemorativa.

Le nuvole purtroppo ci precludono di ammirare il bellissimo panorama della vetta. Verso Ovest dominano comunque la scena le montagne del Parco Nazionale della Vanoise, con la Dent Parrachè e la Grande Casse. Poco più a destra della massima sommità della Vanoise, riusciamo a scorgere anche le Aiguilles de Tréletête e l’Aiguille de Bionassay. A Nord la valle di Bessans sale fino all’Albaron ed alle sue spalle il Gran Paradiso. Più vicini a noi il gruppo del Roncia e quello dell’Ambin. Ancora verso Sud-ovest la Pierre Menue e le cime di Bardonecchia, mentre lontano sullo sfondo la Meije e le Aiguilles d’Arves.

Monte Chaberton: una via di salita alternativa

Written by Team divisionesvago.it. Posted in News

La scorsa settimana sfruttando il bel mese di luglio, siamo saliti al Monte Chaberton, bella cima che domina la Valle di Susa [Potete leggere un po’ di storia di questa montagna qui]. Il sentiero maggiormente frequentato sale da Claviere, oppure indifferentemente da Monginevro, percorrendo il versante sud-ovest del monte fino a raggiungere il Colle dello Chaberton e da lì in cima. Il lato italiano invece è percorso da una vecchia strada militare, oggi chiusa ed in parte franata, che partendo da Fenils sale anch’essa al Colle dello Chaberton e prosegue in comune con l’usuale sentiero fino alla massima sommità. Risulta essere un percorso comunque interessante, ma meno frequentato per il maggior dislivello che oppone. 

Si può salire in macchina fino alla frazione Pra Claud (1600 metri) dove è posto un divieto di circolazione. Da questo piccolo gruppo di case si risalgono le pendici dello Chaberton grazie alla strada militare: nella prima parte si trova ancora in buone condizioni, ma a quota 1960 una frana l’ha interrotta. Senza difficoltà la si può superare a piedi e proseguire nell’escursione, che conduce poco dopo all’ingresso di un ampio vallone. La sterrata effettua alcuni tornati e si riporta alla base di una parete rocciosa, che viene attraversata per tutta la sua lunghezza. Qui è possibile osservare ancora oggi le opere edilizie realizzate per permettere la costruzione della strada, in alcuni punti strapiombante e sorretta da alcune assi di legno. 

Il percorso diventa, se possibile, ancora più agevole e piacevole e senza perdite di quota conduce sino al già citato passo (2660 metri). Da questo punto la cima è già ben visibile, anche se mancano ancora diversi tornanti ed alcune centinaia di metri di dislivello. La vista si apre anche sul versante francese e la salita rimane agevole fino alla massima sommità, posta a 3131 metri. 

Il Monte Chaberton, con la sua caratteristica punta “tagliata”, offre un panorama particolare ed unico, vista la presenza della cannoniera di inizio Novecento, ma anche l’assenza di cime intorno ad esso. Diventa pertanto, se la giornata lo consente, un ottimo punto di osservazione su tutte le Alpi del Delfinato, sulle Alpi Cozie Meridionali e Centrali. Fanno capolino, un po’ più da lontano anche le cime della Vanoise a nord e quelle del Monviso a sud. Verso Ovest invece domina la scena il Pic de Rochebrune, con la sua bella piramide di roccia. 

        

Mompantero – Rocciamelone

Written by Team divisionesvago.it. Posted in News

Venerdì scorso, dopo aver controllato accuratamente le previsioni, abbiamo tentato con successo la salita al Rocciamelone. Siamo già stati diverse volte sulla cima, ma l’incredibile panorama, la montagna ed il bel percorso ci hanno portato a ripetere l’ascensione diverse volte nel corso degli anni, sempre partendo nei dintorni della Riposa.

In questo frangente però abbiamo deciso di cambiare il punto di partenza, aggiungere 1500 metri di dislivello agli usuali 1500 metri e partire dalla base della montagna, dal santuario della Madonna del Rocciamelone di Mompantero (508 metri). La salita ha così come punto di partenza il santuario a valle, mentre come punto di arrivo il santuario a monte.

Il sentiero parte proprio alle spalle della chiesa di Mompantero, sale subito ripido, supera una condotta forzata e raggiunge la frazione di Seghino. Per tutta la prima metà dell’escursione, fino ad oltre il Trucco, troviamo il sentiero completamente coperto dalla vegetazione, condizione che rende meno agevole la progressione. Procediamo decisi, in poco più di due ore siamo al Trucco, il caldo si fa sentire, ma la quota rende progressivamente l’aria più fresca. Prima di raggiungere l’inizio delle teleferica di Ca’ d’Asti, abbandoniamo la strada e seguiamo il “Pratone” della K3, la gara di trail running da Susa alla cima. Senza dubbio questo percorso permette di ridurre il chilometraggio, ma la forte pendenza fa accumulare fatica nelle gambe. Usciamo sul sentiero che sale dalla Riposa poco sotto Ca’ d’Asti, che in breve raggiungiamo.

Siamo un po’ stanchi, ma non molliamo certamente qui, a soli 700 metri dalla cima. Così, dopo aver bevuto qualcosa, riprendiamo la nostra escursione su un sentiero marcato e ben segnalato. Il percorso risale un ampio ghiaione con alcuni tornanti che permettono di raggiungere la Crocetta senza troppa fatica. L’ultimo tratto ci è ben noto, i canaponi sono stati in gran parte sostituiti, ma le buone condizioni della montagna non ne rendono necessario l’utilizzo. Guadagnati dunque anche gli ultimi metri, raggiungiamo la cima, felici e soddisfatti per questa bella salita. In cima, come sempre, ci accoglie la statua della Madonna, che avevamo già visto, 6 ore prima (o poco più), a valle, sul campanile del santuario a valle.

La giornata limpida e serena ci regala degli ottimi panorami su tutto l’arco alpino occidentale: il Monte Rosa, i Breithorn, il Grand Combin, le Grandes Jorasses, il Dente del Gigante, una piccola porzione del Monte Bianco e tutti gli Écrins, con la Barre des Écrins e la Meije. Verso sud domina la scena il Monviso, mentre più vicino a noi, il Gruppo dell’Ambin, quello del Roncia, le cime della Vanoise, lo Charbonnel, la Valle di Susa.

Iniziamo la discesa dopo aver scattato delle foto ed aver trascorso un po’ di tempo sulla bella cima. I metri di dislivello guadagnati in salita devono ora essere persi scendendo e questa volta si fanno sentire quasi di più. Luglio ci regala certamente una bella giornata di alta pressione, ma anche temperature alte, che ci accompagnano fino a Mompantero, dove arriviamo verso sera dopo un piccolo “viaggio” lungo le pendici del Rocciamelone.

      

Relive ‘Morning Jul 5th’