In montagna bisogna avere sicurezza!

Written by Team divisionesvago.it. Posted in Bollettino

Tutti abbiamo sentito parlare nei mesi scorsi delle vicende avvenute sul K2 dove diversi alpinisti hanno trovato la morte; questo avvenimento fa riferimento a un alpinismo a livelli estremi ma, nonostante ciò, da qui ognuno di noi può e deve trarre un insegnamento.

Guardando a questa vicenda da un punto di vista umano prima ancora che alpinistico, risulta chiaro come questi uomini e donne hanno provato a superare un limite posto loro dalla natura stessa che in fin dei conti si è imposta.

Guardando al nostro piccolo, abbandonando la catena himalayana e guardando ad esperienze che ognuno di noi potrebbe vivere lungo le Alpi, dobbiamo mettere in pratica questi insegnamenti.

Ogni uscita in montagna potrebbe porci dei limiti: nella condizione fisica, nella situazione meteo o nella qualità della neve, e questi vanno letti e soprattutto non vanno ignorati! Quando ci si trova davanti a condizioni avverse, di natura o personali, spesso è meglio abbassare il rischio tornando a valle piuttosto che cercare ostinatamente un risultato elevando il rischio a livelli estremi.

Dato che le montagne sono eterne ci sarà sempre una seconda possibilità di poter raggiungere la loro vetta con una maggiore tranquillità. Affrettare i tempi mettendo a repentaglio la nostra sicurezza e quella degli altri creerebbe solamente un grande e inutile pericolo!

Per poter superare determinati ostacoli e arrivare a ottenere le gioie della montagna, come conquistare la vetta o potersi godere il panorama, serve avere prima di tutto la sicurezza senza la quale ognuno di noi andrebbe incontro a rischi insormontabili.

Serve avere prudenza

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“Anno nuovo… vita nuova…”: siamo arrivati a Febbraio ma l’emergenza sanitaria non sembra essere superata malgrado ci siano segnali incoraggianti; l’inizio delle vaccinazioni potrebbe portare verso un miglioramento ma gli esperti continuano a predicare prudenza.

I nostri nonni vedevano la prudenza come una virtù e la raccomandavano ai giovani non per limitarli, ma per consigliare loro di riflettere prima di compiere qualsiasi azione o scelta.

E’ la prudenza che ci porta a capire cosa fare, a evitare i pericoli, ad aggirare gli ostacoli, a valutare le conseguenze delle nostre azioni e a prendere decisioni idonee.

Col passare degli anni questo termine sembra non avere più avuto il giusto valore basti pensare ad una serie di comportamenti raccomandati e spesso disattesi che in questo periodo di pandemia hanno creato non poche polemiche: come le raccomandazioni che gli esperti hanno più volte indicato sull’uso delle mascherine, sulle distanze, sugli assembramenti.

Questi comportamenti richiesti non sono stati accolti da tutti in modo favorevole e talvolta sono stati letti come una limitazione delle libertà personali.

Certamente tutti noi vorremmo poter incontrare amici e famigliari liberamente ma la prudenza ci induce a valutare attentamente se questo non possa risultare rischioso per noi e per gli altri.

Sono proprio le persone a cui noi vogliamo bene che ci obbligano ad essere prudenti: solo con l’attenzione e con atteggiamenti e comportamenti attenti possiamo sperare di porre fine o mitigare questa terribile situazione.

6 novembre 2020: ci risiamo…

Written by Team divisionesvago.it. Posted in Bollettino

Lombardia, 6 novembre 2020

Ci risiamo…la Lombardia è chiusa!

Il COVID 19 ci ha nuovamente obbligati a restare in casa, ad isolarci dagli altri per evitare il contagio.

Stare lontani gli uni dagli altri sembra uno dei comportamenti per proteggere l’umanità. Come è strano tutto questo; la comunità, lo stare insieme, che sembrava essere lo strumento per non lasciare indietro nessuno si è rivelata motivo di pericolo: sino a qualche tempo fa tutti si sarebbero schierati contro chiunque avesse privilegiato questo atteggiamento di chiusura.

Addirittura gli scienziati ci hanno comunicato che la nostra stessa famiglia potrebbe essere motivo di contagio…i nostri famigliari non conviventi sono diventati un pericolo.

Nel 2020, in Europa nessuno si sarebbe immaginato che potesse scoppiare un’epidemia: tutto sommato il livello igienico delle nostre abitazioni è accettabile, la situazione sanitaria pure, insomma era più probabile una emergenza sanitaria 100 anni fa.

Invece siamo nuovamente in una situazione molto critica: le scuole sono chiuse, i trasporti pubblici arrancano…cosa è successo??

Le risposte lasciamole agli storici che fra qualche anno valuteranno gli eventi, a noi spetta vivere il presente certamente con molte limitazioni, ma non dobbiamo arrenderci e incolpare chissà chi di ciò che sta accadendo: è talmente una situazione complessa che nessuno è in grado di comprenderla fino in fondo.

A noi il compito di cercare di essere responsabili nei propri comportamenti: abbiamo imparato tre piccole cose da fare; mettere la mascherina, lavarsi le mani frequentemente e stare distanti, evitando gli assembramenti. Se tutti noi riuscissimo a fare questo daremo un aiuto a noi stessi e agli altri.

Ognuno di noi è responsabile non solo di se stesso ma anche della COMUNITA’: ecco che, contrariamente a quanto pare si stia verificando, è l’unione dei comportamenti di tutti che darebbe un aiuto. Certo è una COMUNITA’ nuova perché “distante”, una COMUNITA’ un po’ virtuale, se consideriamo la comunità come momento di incontro in presenza.

Il nuovo modello di comunità diventa quindi la “comunità dei volenterosi”, ovvero di quelli che esprimono la propria appartenenza attraverso comportamenti che non “danneggino” gli altri, una solidarietà espressa in una comunità molto ampia…potremmo dire mondiale.

Proviamo a scoprire o riscoprire questo senso di solidarietà che potrebbe aiutarci ad uscire nuovamente da questa chiusura e, finalmente, rincontrarci magari con un sorriso.