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Bergeria Pian dell’Orsiera

Written by Team divisionesvago.it. Posted in News

Prima che arrivasse la neve su tutto l’arco alpino, in una fredda giornata di autunno abbiamo fatto visita alle Bergerie dell’Orsiera, dove è stato creato un bellissimo posto tappa all’interno del Parco Naturale dell’Orsiera. 

L’idea iniziale era quella di raggiungere Prà la Grangia, usuale punto di partenza per questo itinerario, in auto attraverso una comoda strada sterrata e da lì proseguire a piedi. Giunti sul posto scopriamo però che la strada è chiusa alle auto durante la stagione della raccolta delle castagne e dei marroni. Non ci lasciamo scoraggiare, decidiamo di non cambiare obiettivo e ci incamminiamo lungo una bella mulattiera che taglia i tornanti della strada e permette di guadagnare quota abbastanza rapidamente. I colori della stagione sono molto belli ed un tappeto di castagne e di foglie copre totalmente il sentiero. Al termine della mulattiera si torna sulla carrozzabile che, con una breve rampa, raggiunge la borgata di Prà la Grangia, composta da una quindicina di case, per lo più sistemate. 

 

Lasciata alla spalle anche l’ultima casa, la strada cede il posto ad un bel sentiero, si entra nel territorio del parco ed il bosco diventa progressivamente più rado: questo ci permette di avere un bello scorcio sul Rocciamelone e sulle cime vicine. Superati un tratto più ripido ed un ponticello, alcune svolte conducono ad un ampio pianoro, all’inizio del quale sorge una piccola edicola. Piegando brevemente a destra si tocca infine la Bergeria dell’Orsiera, trasformata in posto tappa qualche anno orsono dal comune di Mattie. Il bivacco è sempre aperto durante la stagione estiva, mentre invece da settembre a maggio occorre prendere le chiavi presso gli uffici comunali oppure presso il “Ristorante delle Alpi”. 

La stagione migliore per compiere questa escursione a nostro avviso è proprio l’autunno, quando la Bassa Valle di Susa presenta temperature miti e quasi sempre assenza di neve. L’itinerario può essere una bella alternativa anche per la stagione invernale, dal momento che può essere percorso anche con le racchette da neve. 

Faccio un salto in Vanoise: Pointe de l’Observatoire.

Written by Team divisionesvago.it. Posted in News

Il Parco nazionale della Vanoise è il più antico parco nazionale francese, creato nel 1963 ed insieme al Parco Nazionale del Gran Paradiso l’area protetta più vasta d’Europa. Era stato pensato con finalità di protezione nei confronti dello stambecco, specie in estinzione a metà del Novecento, tanto qui, quanto nel già citato parco nazionale italiano. L’accesso più agevole dall’Italia è costituito in estate dal colle del Moncenisio, mentre in inverno (ma ovviamente anche d’estate) dal tunnel del Frejus. 

Le buone condizioni climatiche stanno rendendo questo autunno un’ottima estensione del periodo estivo, soprattutto per le escursioni in quota, dove colori magici e scarsa frequentazione, rendono ancora più attraenti le vette alpine. Scegliamo come destinazione della nostra uscita la Pointe de l’Observatoire, facile e bella sommità collocata a Nord del comune di Aussois, all’interno del Parco nazionale della Vanoise. Spesso ci rechiamo in queste zone per la vicinanza alla Val di Susa, soprattutto durante l’inverno, quando Bessans diventa uno dei comprensori più grandi d’Europa dedicati allo sci di fondo, ma quasi mai ci eravamo diretti qui per effettuare qualche uscita in montagna. Lasciata l’auto a Plan d’Amont, si entra quasi subito nei confini del parco, seguendo per i primi venti minuti una strada sterrata che corre parallela ad un bel lago artificiale. Inizia quindi un ampio ed evidente sentiero, che guadagna rapidamente 250 metri, salvo poi tornare pressoché piatto, fino al raggiungimento del Fond d’Aussois, ampia zona pianeggiante collocata a 2300 metri di altezza, in prossimità della quale sorge anche l’omonimo rifugio. 

 

Nel corso di tutta l’escursione la Pointe de l’Échelle domina la scena verso Ovest, imbiancata da una leggera spolverata di neve, mentre verso Est le nuvole ci precludono la vista verso alcune delle principali cime della Vanoise. Il sentiero è sempre evidente e senza possibilità di errore si continua a salire superando una zona caratteristica, dove tratti erbosi ed affioramenti rocciosi la fanno da padrone. Raggiunti i 2900 metri, il percorso cessa di salire ed in breve tocchiamo il Col d’Aussois, fantastico punto panoramico sul versante Sud-ovest del Monte Bianco. Decidiamo di raggiungere la nostra vetta superando alcune facili rocce che compongono la spalla Nord-Est, fino alla massima elevazione, ampia sul versante Sud, ma a strapiombo sui versanti Nord ed Est. 

 

La discesa ci regala ottimi panorami, scorci fantastici e nessuna difficoltà, così da chiudere al meglio una bella escursione, perfettamente realizzabile anche in presenza delle prime nevicate autunnali, che al più rendono ancora migliori i luoghi attraversati. 

   

Grand Queyron: ritorno ed allungo.

Written by Team divisionesvago.it. Posted in News

Diversi anni fa avevamo raggiunto per la prima volta la cima del Grand Queyron, bella e facile montagna in fondo alla Valle Argentera. In questo bell’autunno, siamo tornati nello stesso luogo, questa volta però aggiungendo nel percorso anche la cima Frappier, collocata proprio a Nord del Grand Queyron.

La strada che raggiunge l’Alpe Gran Miol, punto di partenza dell’escursione dalla già citata Valle Argentera, è in ottime condizioni e permette di togliere diversi metri di dislivello e qualche chilometro di lunghezza all’escursione se affrontata da Bout du Col, nel comune di Prali. Un freddo sabato mattina di ottobre, lasciata la macchina in prossimità dell’alpeggio, abbiamo iniziato a salire lungo un bel sentiero, che attraversa prima un ampio pascolo, con fantastici colori autunnali, e poi una parte più ripida che permette di raggiungere i 2700 metri. Da qui una breve pietraia porta al colle della Longia, posto a poco più di 2800 metri, dove si può trovare anche una caserma militare del 1942.

 

Da questo punto è possibile proseguire direttamente verso cima Frappier, lungo il crestone Nord-ovest, oppure traversare sotto la suddetta cima e raggiungere il colle Frappier. Noi decidiamo di andare direttamente verso questa cima che non avevamo mai salito, quindi di proseguire verso il Grand Queyron attraverso il colle Frappier. La cima Frappier, 3003 metri, è ben riconoscibile per la presenza sulla sua sommità di un cippo recante il suo nome. Il panorama è veramente notevole, verso Sud a poche decine di chilometri di distanza il Monviso svetta in tutta la sua bellezza, verso Est, la pianura la fa da padrone, mentre verso Nord e verso Ovest l’ampio panorama si estende fino al Monte Rosa ed al Monte Bianco. Nei pressi del colle Frappier incontriamo un bel gruppo di stambecchi nei pressi di un’altra caserma militare ancora in buone condizioni. La nostra salita si conclude con un ottimo panino in cima al Grand Queyron, sulla cui cima è presente una croce posata nel 1965. Dopo aver firmato il libro di vetta, senza sostare a lungo per via di un fastidioso vento, iniziamo la discesa, sempre agevole e ben segnata. Guadagnato nuovamente il colle Frappier, attraversiamo sotto l’omonima cima e ripercorriamo i bellissimi pascoli fino alla macchina.

Un’escursione adatta a tutti, particolarmente indicata per la stagione autunnale, resa unica dai colori dei prati e dalla luce del sole.