Un angolo magico delle Alpi: Tête de la Casille, Massiccio dei Cerces

Written by Team divisionesvago.it. Posted in News

Uno dei luoghi più belli in cui fare visita in autunno nelle Alpi Occidentali è, senza dubbio, il Massiccio dei Cerces, nel dipartimento delle Hautes-Alpes, in Francia. I colori ed i panorami che offre sono notevoli e la presenza di belle montagne spesso ci ha portati in queste vallate selvagge.

La Tête de la Casille era già stata la meta di una nostra escursione l’anno scorso. A causa di un errore non avevamo però trovato il corretto percorso di salita e ci eravamo fermati non lontano dalla vetta. Spinti dalla bellezza del luogo e da previsioni meteo buone, abbiamo riprogrammato la salita anche quest’autunno.

La giornata non inizia nel migliore dei modi, qualche fiocco di neve infatti ci accoglie al parcheggio di Laval (Nevache). Questo fatto non ci scoraggia e ci mettiamo in cammino, inizialmente seguendo il bel sentiero verso il Lac des Beraudes, in seguito lungo un’esile traccia che permette di raggiungere un pianoro erboso, collocato più a Sud rispetto al lago sopra citato. Il sentiero diventa più evidente entrando in una piccola pietraia, in cima alla quale si tocca il Lac Rouge, fantastico (ma piccolo) specchio d’acqua, collocato in un bacino naturale e contornato da ardite guglie rocciose. Si prosegue sempre verso Sud, si incontra un agevole ghiaione, dove una traccia marcata supera un primo dosso, dunque un tratto con maggiore pendenza, fino a toccare un evidente colle posto a 2900 metri. Finalmente le nuvole che ci avevano accompagnato fino a questo punto lasciamo spazio a qualche occhiata di sole, che non ci lascerà più per il resto della giornata. Come era accaduto anche l’anno precedente, anche in questa occasione, in prossimità del colle incontriamo un ampio gruppo di docili stambecchi, per nulla infastiditi dalla nostra presenza. 

 

Dal colle si prosegue in direzione Est ed un breve tratto pianeggiante conduce alla base di un breve salto roccioso, che si supera senza difficoltà. Dopo aver costeggiato la cresta rocciosa sul versante Sud, se ne raggiunge la sommità dove questa si fa più ampia e facile. Ancora pochi metri di dislivello ci permettono di toccare l’anticima, costituita da una cupola di sfasciumi ed infine la croce di vetta, posta al di sopra di alcune rocce rotte. Dopo aver firmato il libro di vetta, torniamo al colle per un ottimo panino in compagnia dei camosci e quindi alla macchina, concludendo così una bella giornata di montagna.