Punta e Cresta San Michele: l’ultimo pezzo del puzzle.
Un lungo spartiacque separa il vallone di Bardonecchia e di Rochemolles da quello di Modane e dalla Val Cenis. Oltre ad avere un importante ruolo orografico, risulta essere anche un confine tra due stati, dal momento che separa il comune più a Ovest d’Italia, Bardonecchia; dalla Savoia, in territorio francese. Per la bellezza dei luoghi e per la varietà dei percorsi che offre, spesso ci siamo trovati su queste montagne, basti ricordare la Pierre Menue e la Rognosa d’Etiache. Non avevamo mai salito solo un paio di cime di questa catena, la Cresta San Michele (o Pierre Minue) e la Punta San Michele (per i francesi Pointe Saint Michelle); abbiamo così deciso di dedicare una giornata a completare l’esplorazione di questa zona fantastica delle Alpi Occidentali.
Sveglia presto e consueto tragitto in macchina fino al Rifugio Scarfiotti, da lì ha preso avvio il nostro itinerario. Abbiamo seguito il sentiero che sale fino al Colle d’Etiache per circa 20 minuti, fino ad arrivare nei pressi di una palina facilmente identificabile. Abbiamo quindi lasciato il classico percorso verso il passo, attraversando verso sinistra e prendendo come riferimento un’evidente roccione che taglia la cresta erbosa. Una volta raggiuntolo è impossibile sbagliare perché il passaggio di alcune mucche ha reso il percorso particolarmente evidente. L’ambiente in cui si svolge la salita cambia notevolmente; se nella prima parte si attraversano pascoli ancora verdi all’inizio di settembre, si raggiunge poi una zona più ripida, che presenta alternanza di erba e roccia; infine i pascoli lasciano spazio ad un ambiente di alta montagna, bellissimo e selvaggio.
Sebbene la traccia non sia particolarmente diretta (presenta infatti alcuni tratti in piano), in poco più di un’ora raggiungiamo il punto in cui il sentiero si perde ed occorre salire verso destra alcuni ripidi versanti erbosi. Una caratteristica pietra scoscesa solcata dall’acqua permette di individuare il luogo della svolta. Da questo momento in poi l’itinerario è evidente e segnato da alcuni ometti che, in modo discontinuo, appaiono nell’ampia pietraia che si incontra a partire dai 2800 metri. Abbiamo toccato prima l’anticima Ovest, quindi la vicina cima Est della Cresta San Michele, entrambe prive di qualsivoglia segnale. Il panorama è notevole e ci ha accompagnato fino alla Punta San Michele, distante circa 20 minuti, che si raggiunge percorrendo, in parte la cresta, in parte una traccia sul lato francese della montagna. Quest’ultima sommità, che la vecchia carta IGM 1:25000 segnala come “Punta San Michele 3252 m”, costituisce il limite della Cresta San Michele e vista la posizione isolata regala scorci notevoli su tutte le Alpi Occidentali, dagli Écrins al Monviso, dal Gran Paradiso al Monte Bianco.
Due vette che mancavano alla nostra collezione, che presentano un percorso facile, un ambiente difficile da trovare altrove ed un panorama che vale da solo “il prezzo del biglietto”, come si direbbe a teatro.