Battaglia del Colle dell’ Assietta

battaglia assietta

COLLE DELL'ASSIETTA  (2500 m):

RIEVOCAZIONE STORICA DELLA BATTAGLIA DEL 1747

Percorrere la strada militare dell’Assietta e del colle delle Finestre vuol dire scoprire le bellezze naturali delle aree protette del parco naturale Orsiera-Rocciavrè e Gran Bosco di Salbertrand.
Partendo dalla località Pian dell’ Alpe (Comune di Usseaux) la strada conduce all’omonimo colle e si snoda su di un tracciato sterrato, spesso realizzato oltre i 2000 mt, che unisce la Val Chisone alla Val di Susa. 
La manifestazione che proponiamo è la rievocazione storica della battaglia che i piemontesi intrapresero contro l’esercito francese nel 1747. Ogni anno proprio nella località dove avvenne questo scontro il gruppo storico Pietro Micca rievoca la battaglia con una sessantina di figuranti in costume facendo riecheggiare nell’aria l’epica vittoria piemontese.

Per raggiungere Usseaux –Pian dell’ Alpe
Per raggiungere il Comune di Usseaux, dove si trova la località Pian dell’Alpe, percorrere la tangenziale di Torino imboccando a Stupinigi la strada statale n. 23 (SS23) del Sestriere oppure l'autostrada di recente costruzione passante per Orbassano/Voliera; raggiunto Fenestrelle, proseguire per circa 4 km e, giunti a Usseaux, imboccare la strada a destra dove si possono notare degli splendidi murales. 
Dalla val di Susa, invece,  immettersi sulla strada statale n. 24 (SS24) direzione Cesana Torinese quindi seguire la strada statale n. 23 (SS23) direzione Sestriere e proseguire verso Usseaux. 
La val Chisone e Usseaux sono facilmente accessibili anche dalla Francia attraverso il colle del Sestriere, utilizzando il valico del Monginevro o il traforo autostradale del Frejus (Km. 35 da Briançon).

 

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La battaglia dell'Assietta: per gli appassionati di storia…

La battaglia dell'Assietta, svoltasi il 19 e 20 luglio 1747 e conclusasi con la vittoria dei piemontesi sulle truppe francesi, è il punto d'arrivo della guerra di successione austriaca scoppiata nel 1740. Nel 1713 l'imperatore Carlo VI, privo di eredi maschi, designa come sua erede al trono la figlia Maria Teresa (con la famosa Prammatica sanzione), ma non tutti i sovrani europei riconoscono la validità di questa decisione. Così, nel 1740, alla morte dell'imperatore, è inevitabile la guerra: da una parte, a sostenere Maria Teresa, ci sono l'Austria, l'Inghilterra, la Russia, i Paesi Bassi e il Regno Sardo-Piemontese; dall'altra la Francia, la Spagna, la Prussia, la Svezia e i Grandi Elettori di Baviera e Sassonia, che invece appoggiano Carlo Alberto di Baviera.
Nel corso degli anni la guerra si trasferisce anche in territorio piemontese. Fallito il tentativo di liberare Genova attaccando dalla riviera, il maresciallo francese Carlo Luigi Augusto duca di Bellisle decide di trasferire parte delle truppe nelle valli della Durance e dell'Ubaye, per invadere il Piemonte passando dalle Alpi (1747): il corpo d'armata, guidato da Armando di Bellisle, fratello minore del maresciallo, comprende 50 battaglioni di fanteria, 15 squadroni di cavalleria e alcune batterie di artiglieria. Il maresciallo Bellisle divide le truppe in duie scaglioni e una riserva: quest'ultima e il primo scaglione avrebbero dovuto scendere dal Monginevro, superare il forte di Exilles e, attraverso la valle di Susa, raggiungere Torino, l'altro scaglione avrebbe invece dovuto raggiungere Sestriere e scendere in val Chisone dirigendosi verso Fenestrelle.
Il cambiamento di strategia franco-spagnola non passa inosservato a Carlo Emanuele III che a partire dal 14 giugno ordina di organizzare una difesa integrata tra i forti di Fenestrelle e di Exilles con il colle dell'Assietta (2566 mt.), sulla dorsale di separazione tra le due valli. I lavori iniziano il 29 giugno: 3000 operai costruiscono due ridotte (alla Testa dell'Assietta e al Gran Serin), alcune postazioni tattiche e alcuni tratti trincerati. Nel frattempo cominciano ad arrivare i battaglioni che dovranno presidiare il colle: 9 dell'Armata Sarda, tra cui 4 di mercenari svizzeri, e 4 inviati dagli alleati austriaci. In tutto 13 battaglioni privi di artiglieria a cui si aggiungerano alcuni volontari valsusini.
Prima di attaccare il forte di Exilles il maresciallo Bellisle ritiene necessario sbaragliare le forze che si stanno raccogliendo sul colle dell'Assietta e che potrebbero attaccarlo in un secondo tempo dall'alto: con 32 battaglioni e 7 pezzi di artiglieria giunge al mattino del 19 luglio davanti all'Assietta. Dopo aver suddiviso le sue truppe in tre colonne distinte (una doveva attaccare il Gran Serin, un'altra il pianoro del colle e la terza la Testa dell'Assietta), nel pomeriggio il Bellisle ordina l'attacco.
I francesi raggiungono le fortificazioni e tentano di aprire una breccia nei muri, ma vengono continuamente respinti dai granatieri piemontesi, prima con il fuoco dei fucili, poi con le baionette ed infine con i sassi. Lo stesso Bellisle, per dare il buon esempio ed incitare i suoi, strappa di mano ad un alfiere una bandiera e si lancia sui trinceramenti, ma viene fermato prima da un colpo di baionetta e poi da una palla di fucile. La sua morte non demoralizza i francesi, che continuano strenuamente ad attaccare anche al Gran Serin, dove il comandante piemontese conte di Bricherasio, convinto di non riuscire più a resistere, ordina ai battaglioni disposti sul pianoro e alla Testa dell'Assietta di convergere al Gran Serin. Il conte di San Sebastiano rifiuta però di obbedire a questo ordine, e rimasto alla Testa dell'Assietta determina l'esito vittorioso della battaglia: dopo 5 ore di strenui combattimenti, nel cuore della notte i francesi si ritirano.
Il 20 luglio la conta delle perdite subite dall'esercito francese è terribile: 5000 soldati sono morti o feriti, mentre nelle file piemontesi si contano solamente 77 caduti e una cinquantina di feriti. L'armata francese, battuta da un pugno di soldati piemontesi, è costretta a fare ritorno in Francia. Il libro proprone la ricostruzione delle celebre battaglia combattutasi nel XVIII secolo sui monti della valle di Susa, battaglia che vide l'armata francese sconfitta da uno pugno di soldati piemontesi. Oltre alla battaglia vi sono descritte le fortificazioni ottocentesche dell'Assietta e la lunga strada militare dei "duemila", un gioiello di ingegneria e tecnica militare, ammirata in tutta Europa.

•    Mauro Minola, La battaglia dell'Assietta. 19 luglio 1747, ed. Gribaudo-Paravia, 1996

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