Punta Cristalliera cresta sud-est …l’Accademica

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Siamo tornati in Val Chisone dove, nel meso scorso, durante una bella e lunga escursione per raggiungere la cima del Monte Rocciavrè e quella del Monte Robinet, avevamo notato questa bella cresta : l’Accademica della Cristalliera.

L’avvicinamento è piuttosto lungo ma l’ambiente merita: dal rifugio Selleries percorriamo il sentiero 339, che inizia dietro al rifugio: il tracciato evidente si snoda a mezza costa nel rado bosco, entriamo nel vallone di salita e raggiungiamo il Lago Laus, vicino alle omonime bergerie e il casotto dei guardiaparco.
Di qui a destra, seguiamo il cartello per il monte Robinet, con lungo traverso in leggero saliscendi aggiriamo la cresta sud sud ovest della Cristalliera e raggiungiamo il vallone delle Vallette;
Finalmente vediamo il colle di Pra Reale: percorriamo una traccia segnata con paletti e 1h 45’ siamo a quota 2525 m.

L’attacco della cresta è raggiunto, adesso non ci resta che preparare l’attrezzatura e provare a percorrerla fino a raggiungere la cima del Monte Cristalliera.

Evitiamo il primo tiro, che ci sembra molto faticoso, passiamo a sinistra, Fede in cordata con Matte sale il primo risalto mettendo qualche protezione che la seconda cordata (Albe e Simo) sfrutta…

Affrontiamo il secondo torrione: la scalata avviene per un diedro con partenza un po’ dura, quindi una serie di passaggi divertenti (noi ci proteggiamo sempre con friend) fino alla sommità.
In questi due primi torrioni sono concentrate le maggiori difficoltà della via, infatti quando raggiungiamo il filo di cresta progrediamo per tratti in conserva.
La cima ormai la vediamo sempre più vicina: con arrampicata divertente, su ottima roccia, con qualche passaggio impegnativo, usciamo a pochi metri dalla cima.
Ci fermiamo alla croce di vetta a 2801 m: mangiamo qualche barretta e anche un buon panino… qualche chiacchera sulle prossime scalate …si sono fatte le 14.30.

La discesa dalla via normale non è breve, ammiriamo ancora un po’ il panorama con il sole che ci scalda…ma dobbiamo scendere.

Ci incamminiamo ma le sorprese non sono finite: appena sotto la cima, incontriamo dei piccoli stambecchi che, incuranti della nostra presenza, saltellano tra le rocce.

La luce delle prime ore pomeridiane rendono tutto più spettacolare: il lago sottostante è azzurro intenso e la roccia assume delle colorazioni dorate.

Raggiungiamo il parcheggio vicino al rifugio Selleries: anche oggi abbiamo concluso…andiamo a casa.

Teté Noire

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L’escursione che abbiamo fatto oggi ci ha portato in Francia nel territorio del comune di Nevache, nella regione Provenza Alpi Costa Azzurra.
Superato il centro abitato in direzione Laval, lasciamo l’auto nei pressi di “Pont du Rately”.

Le indicazioni per raggiungere il Refuge Buffére (GR57) e poi l’omonimo colle sono presenti poco dopo il ponte in legno; il sentiero parte a quota 1750 m e sale abbastanza ripido nella prima parte per poi abbattersi nelle vicinanze del rifugio.
In circa due ore siamo al Colle delle Buffére a 2472 m che offre una spettacolare vista sulla Grand Area, su Montagne des Agneaux e sulla Tete Noire, la nostra meta.

Raggiunto il colle occorre piegare decisamente a destra, risalendo pendii erbosi ripidi fino a portarsi su di una spalla che, percorsa in direzione della cima, ormai evidente, ci permette di scendere sul ghiaione sottostante la Tete Noire.
Si perdono almeno 70 metri per imboccare la traccia che, rimane abbastanza visibile malgrado non sia percorsa da molti escursionisti.
Recuperiamo un po’ di metri e siamo poco sotto al cima: un breve tratto di roccette e… il panorama è assicurato.

Lo sviluppo è di circa 14, 5 km in quanto dal rifugio al colle si cammina praticamente in piano ma, malgrado questo, alla fine della gita il dislivello positivo risulta essere di 1280 m

Gran Serous: la “sentinella” di Valle Stretta

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Domenica 8 Maggio decidiamo di salire una montagna che abbiamo sempre guardato con “ammirazione” per la sua posizione dominante sulla Valle Stretta: il Gran Serous.

Di per sè la salita non presenta difficoltà alpinistiche particolari ma in questo mese di Maggio il Gran Serous si presenta ancora con la neve che rende quindi l’ambiente affascinate e certamente l’ascesa più “delicata”.
Tra l’altro l’odierna giornata è caratterizzata da una notevole incertezza metereologica con possibili piovaschi.

Lasciata l’auto a Grange di Valle Stretta raggiungiamo, seguendo il sentiero estivo, la Maison de Chamois e, attraversato il torrente, ci spostiamo per prati fino alla base detritica della bastionata rocciosa volendo percorrere la cresta sud-est fino alla punta Ettore Mattiolo.
Le nuvole non ci permettono di individuare immediatamente il canalino: saliamo il conoide detritico e con il solito intuito di Fede, siamo all’imbocco del canalino, completamente innevato.
Sono pochi metri ma la roccia è sdrucciolevole e la neve non portante: decidiamo di legarci, metterci il caschetto e iniziare la salita.
Sbucati dal canalino non si vede nulla: le nuvole sono aumentate ma noi vogliamo salire in cima: il terreno è molto scivoloso e occorre procedere con prudenza; raggiunta la parte rocciosa della cresta il percorso diventa divertente.

La neve nella parte alta è più presente e per nulla portante: si sprofonda facilmente, ma con un po’ di energia siamo in cima.
Inizia a nevischiare: l’ambiente sembra ancora “più montagna”. L’idea di raggiungere la cima chiamata Giraffa che, mentre salivamo avevamo pensato, vista la situazione climatica, la abbandoniamo e decidiamo di scendere.
Sempre con attenzione superiamo il tratto esposto e raggiunta la base del canalino ci prendiamo una pausa per mangiare un dolcetto e fantasticare sulle prossime uscite: le idee e le proposte non mancano.

Fede, da vero bardonecchiese e da grande amante delle montagne di casa, snocciola con Simo un sacco di proposte estive; ci siamo questo è il nostro modo di stare in montagna: semplice, vero…in amicizia.
Inizia a piovigginare è meglio che ripartiamo: ghiaione veloce e poi prati con un po’ di neve e inizi di fioriture meravigliose oltre alla compagnia di un branco numerosissimo di camosci che avevamo già incontrato alla mattina.
Percorriamo a ritroso il cammino fino a raggiungere nuovamente la Grange della Valle.