Val Troncea…escursionando

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L’autunno si avvicina e malgrado il tempo incerto domenica 19 settembre decidiamo di fare una escursione in Val Troncea.

Lasciamo l’auto al parcheggio poco dopo il casotto dei guardiaparco ed imbocchiamo il sentiero che conduce alla borgata Seyetes. Giunti nelle vicinanze pieghiamo decisamente a destra seguendo le indicazioni per Troncea.

Poco dopo, raggiunto un ponticello, cerchiamo un sentiero che sulle nostre cartine veniva indicato. Purtroppo è praticamente scomparso; risaliamo di qualche metro fino a portarci sulla traccia che abbiamo trovato sul GPS e iniziamo a percorrerla; dopo un breve tratto ritroviamo quella che doveva essere stata una mulattiera: compaiono alcuni muretti a secco e, a tratti, anche il tracciato.
Il percorso è molto bello proprio perché poco frequentato. Proseguiamo e il sentiero diventa sempre più evidente fino a raggiungere la strada che da Troncea porta al colle del Bet.

La percorriamo fino al bivio per il colle dell’Arcano: subito si possono vedere i forni di S. Martino, poi con un bel sentiero che attraversa numerosi pascoli, raggiungiamo il colle.

Vento freddino ma la pioggia che temevamo imminente si allontana. Saliamo quindi, seguendo il filo di cresta, il Bric di Mezzogiorno a 2986 m. Panorama assicurato! Pausa per rifocillarci e…via iniziamo la discesa verso il Colle del Beth. Poco sotto troviamo la galleria della vecchia miniera.

Puntiamo i ruderi della vecchia teleferica detta “Angolo” e, con un percorso abbastanza diretto, scendiamo a Troncea. A questo punto non ci rimane che chiudere questo anello di circa 15 km percorrendo la strada sterrata che ci riporterà al parcheggio.

VALLE STRETTA: Roche du Chardonnet

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Lago Chardonnet

Settembre è iniziato e i colori della natura pian piano iniziano a cambiare segnalandoci che la stagione estiva è sul finire.
La Valle Stretta, dopo aver vissuto un affollamento nei mesi scorsi, torna alla normalità lasciando spazio alle persone che amano la tranquillità.

Decidiamo di fare una facile escursione per assaporare tutto questo: lasciata l’auto nei parcheggi di Grange della Valle, poco sopra Bardonecchia, percorriamo la strada che attraversa l’abitato e che porta al Piano della Fonderia.
Al bivio per il Lago Verde prendiamo il sentiero che sale a sinistra e che in una ventina di minuti ci permetterà di riprendere la strada poco sotto la Maison des Chamois. Proseguiamo su evidente traccia sino al Ponte delle Planche: anziché imboccare il sentiero che porta al Monte Tabor proseguiamo nel piano erboso puntando in direzione Gran Adritto.

La traccia si fa più evidente: passiamo proprio sotto al Grand Serous e al Gran Adritto: è sempre molto bello questo tratto, un po’ “sauvage” …solo mandrie di mucche e il rumore dell’acqua che scorre nel torrente; guadiamo il corso e seguendo i numerosi ometti raggiungiamo il bellissimo lago Chardonnett .

Siamo poco sotto il Col de Maundes 2828 m: in breve lo raggiungiamo e ci gustiamo la vista della Val Clarèe con i suoi numerosi laghetti. Poco distante vediamo la Roche de Chardonnet (2950 m) che decidiamo di raggiungere per vedere dall’alto la Valle Stretta: tutto molto bello…le nubi che ci avevano accompagnato si diradano: vediamo anche parte dell’arco alpino degli Ecrins e, di fronte a noi, il Monte Tabor con la sua cappellina.

Uno spuntino e poi, ripercorrendo il medesimo tragitto, torniamo a Grange della Valle.

Uja di Ciamarella, Val d’Ala

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Val d’Ala… una piacevole scoperta

Le previsioni meteo sono in netto miglioramento e per giovedi 29 luglio pare ci siano le condizioni migliori per una bella gita.
Decidiamo di andare in Val d’Ala e più precisamente a Pian della Mussa per poi salire all’Uja di Ciamarella una bella cima alta 3670 metri da dove dovremmo avere la possibilità di ammirare un panorama fantastico.

La salita è classata F, quindi nessuna difficoltà particolare, se non per il grande “salto” da farsi: da Pian della Mussa alla cima ci sono da percorre 1800 metri di dislivello.

Giunti a Pian della Mussa valutiamo di fare la salita in un solo giorno, senza utilizzare il rifugio Gastaldi che si trova a circa metà percorso a 2650 m.
Tra le nostre ipotesi c’era anche quella di bivaccare con la nostra tendina… dormiamo sulla nostra Land “trasformata” per l’occasione in un piccolo camper.

Notte bellissima, tantissime stelle e temperatura mite: alle 5.00 sveglia, preparazione dello zaino e alle 5.30, alla luce delle frontali, iniziamo a salire.
Il sentiero molto evidente sale ripido per i primi 200 metri, poi raggiunge i primi pascoli e, nelle vicinanze di un grosso masso, prendiamo a destra per pendii erbosi.
Poco dopo incontriamo la traccia che proviene dal rifugio Gastaldi: da qui il sentiero ben segnalato raggiunge un ponte. Il percorso prosegue prima su una pietraia, con molti ometti, e poi su traccia.
Raggiungiamo quel che resta del ghiacciaio: una bella conca ancora ricoperta di neve dura; ramponi di sicurezza e siamo all’ultimo tratto di salita.

Su traccia percorriamo un ghiaione, poi finalmente la cresta: ancora un piccolo sforzo e siamo in cima a 3670 metri.
Panorama spettacolare, cielo limpido: possiamo ammirare il gruppo del Rosa, il Cervino, il gruppo del Monte Bianco, le cime della Vanoise, il Gran Combin e lontanissimo il Monviso.

Insomma un vero spettacolo! Uno spuntino e poi giù verso il Pian della Mussa: ci aspettano altri 1800 metri di dislivello…questa volta in discesa.