Freissinières…cascate di ghiaccio

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Situato nel Parco Nazionale degli Ecrins e, nome ormai mitico nell’immaginario collettivo dei cascatisti di mezza Europa, Freissinières rappresenta un luogo ideale per la scalata delle cascate di ghiaccio.
Laboratorio anche di nuove tendenze, come il dry–tooling, è apprezzata soprattutto perché vi sono scalate di differenti gradi di difficoltà, tant’è che ogni anno si tiene un meeting internazionale di cascate di ghiaccio.
Per raggiungere la località : Milano, Torino, direzione traforo del Frejus, Colle del Monginevro, poi fino a Briançon. Da qui prendere la RN 94 verso Argentière–La Bessèe. Tre chilometri dopo questa località (prima di Roche de Rame), si gira a destra passando sotto un piccolo tunnel (ferrovia), salendo poi fino a Freissinières (7/8km).

La strada termina in un parcheggio sotto il bellissimo nucleo di baite di Dormillouse. Spesso però rimane chiusa per neve da Mensal, poco dopo Viollins dove già abbiamo potuto ammirare l’omonima cascata ,una grande e magnifica architettura ghiacciata.
Andando avanti nella valle abbiamo trovato una serie di incredibili colate giganti di grande ingaggio, su pareti calcaree che terminano con la parete della Tete de Gramusat, alta 600 metri e costellata di pendagli ghiacciati di ogni genere come ad esempio Happy Toghether oppure Ice Pocalypse, fino a raggiungere la parte terminale della valle dove, risalita una ripida traccia abbiamo trovato una bellissima cascata dal nome Les Iarmes de Nicodem.
Queste sono le cacate meno impegnative che abbiamo provato a scalare: per gli esperti basta consultare qualche guida che descrive la località per trovare scalate impegnative per tutti i gusti!!

Scalare in inverno… Ceillac e le sue cascate di ghiaccio.

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Ceillac è un piccolo comune che si trova nel Parco Naturale Regionale del Queyras  e più precisamente si trova in Provenza-Alpi-Costa Azzurra, nel dipartimento di Hautes-Alpes (Francia).

Situato a ottanta chilometri da Gap, a 1.640 metri sul livello del mare, è noto per ospitare una famosa stazione di sport invernali. Villaggio popolato nel XI secolo, Ceillac sa che il vero sviluppo nel corso del XX secolo, con l’arrivo di energia elettrica alla fine del 1920 e delle prime linee telefoniche. Un tempo centro agricolo, Ceillac è ormai diventata una grande attrazione turistica, grazie alla sua stazione sciistica e alle sue molteplici cascate di ghiaccio.

La nostra scelta è ricaduta sulla cascata denominata Les Formes du Chaos , una bella scalata di circa 300 metri con vari gradi di difficoltà**
Cascata spettacolare in ambiente suggestivo caratterizzato da grotte e lunghezze molto varie.

Lasciata l’auto nel parcheggio attiguo agli impianti e alla pista da sci di fondo, percorsi pochi metri, si supera un piccolo torrente e percorrendo l’evidente traccia in una quindicina di minuti si raggiunge la base della cascata.
La colata non é pericolosa con molta neve la discesa é preferibile a piedi: dall’ultimo tiro traversare a dx fino a reperire il sentiero che riporta al parcheggio.

La giornata, non particolarmente fredda ha agevolato la scalata, permettendoci di gustare il bellissimo contesto in cui si trova.

**Note tecniche:
difficoltà: III / 4
esposizione: Nord
quota base cascata (m): 1700
sviluppo cascata (m): 300

 

 

 

 

Una bella escursione invernale: Montagne Seu 1770 m.

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Il Gran Bosco di Salbetrand è un luogo magico: in ogni stagione ci regala emozioni, colori e profumi sempre differenti. In inverno, con il sopraggiungere della neve, tutto è un po’ ovattato e il silenzio diventa ancora più evidente.

L’ escursione che vi proponiamo parte dal “Ponte Chenebiere” a Salbertrand (TO), dove il 3 settembre 1689 si svolse lo scontro decisivo per il rientro dei Valdesi nelle loro valli.**

Lasciata l’auto iniziamo a percorrere la strada che porta a Pinea uno degli accessi del Parco Naturale del Gran Bosco di Salbertand. Raggiunto un ponte piegare a sinistra e, percorsi pochi metri, compaiono le indicazioni del sentiero per Montagne Seu. La neve, che ha ripreso a scendere, ha coperto il sentiero rendendolo ancor più bello; senza particolari difficoltà raggiungiamo in circa 1 ora e 30 minuti Montagne Seu a 1770 m dove si trova il rifugio Arlaud.

Nei tratti non coperti dalla fitta vegetazione la neve è ben presente: l’unica a non far fatica è una stupenda cerva che ci osserva non molto lontano da noi.

Decidiamo di non percorrere lo stesso sentiero per scendere a valle ma di imboccare la strada forestale del Seu in direzione Monfol: attraversiamo la borgata alpina, calziamo le nostre “ciaspole”per procedere più velocemente e iniziamo a camminare: non nevica più ma il paesaggio è veramente bello. Dopo circa 45 minuti, raggiunto il bivio dove un cartello del Gran Bosco indica sentiero 1 e 2, iniziamo la discesa: è tutto immacolato; le uniche tracce sono quelle di qualche capriolo o cervo. Altre piccole tracce di lepre e nient’altro: neve e poi neve…bellissimo!

Percorriamo il sentiero 1 seguendo i segnavia ; raggiunto la deviazione per Sensaret prendiamo a sinistra seguendo il segnavia n. 2 fino a raggiungere la strada che porta a Pinea e poco dopo la nostra auto.

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**Nella notte del 26 agosto 1689, meno di 1000 esuli valdesi e ugonotti, animati dal pastore Henri Arnaud, si incamminarono dalle sponde del lago di Ginevra verso la Savoia, con la speranza di tornare nelle proprie valli in Piemonte. Dopo un memorabile scontro a Salbertrand con le truppe francesi, rientrati nelle loro terre, i valdesi si impegnarono a Sibaud, una frazione di Bobbio Pellice, a mantenere fra loro unione e solidarietà (i valdesi approvarono le regole del loro comandante Arnaud impegnandosi in un giuramento di reciproca fedeltà fra soldati e ufficiali per continuare la lotta verso la libertà che sarebbe durata altri 9 mesi). Stretti dalle truppe francesi si trovarono impegnati in mesi di guerriglia e furono costretti ad asserragliarsi alla Balsiglia, una borgata sopra a Massello, in val Germanasca. L’attacco nel maggio 1690 delle truppe franco-sabaude stava per segnarne la fine ma li salvò l’improvviso cambiamento nelle alleanze politiche che portò il duca di Savoia a scendere in guerra contro i suoi ex alleati francesi.

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