Alphubel (cantone Vallese) …secondo tentativo

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Siamo giunti all’inizio della stagione estiva così decidiamo di sfruttare le nevicate abbondanti dei mesi scorsi che hanno reso i ghiacciai “sicuri” e di salire in cima all’Alphubel, bella montagna del Cantone vallese in Svizzera alta 4206 m.

Ad inizio Giugno avevamo già provato a salirci ma, non volendo percorre i primi 1100 metri di dislivello che dividono Sass Fee dal punto di partenza della salita, volevamo utilizzare la comoda funivia: purtroppo fino alle 9.00 del mattino non funzionava e con le alte temperature del periodo abbiamo dovuto rinunciare, per evitare di trovare il percorso sul ghiacciaio in cattive condizioni.

Così siamo tornati il 18 Giugno con la nostra fidata tenda per poter bivaccare ai piedi del ghiacciaio Feegletscher. Dopo un paio d’ore di pioggia, il cielo torna abbastanza sereno, qualche foto e poi a dormire, pronti per salire la mattina seguente alla cima del Alphubel a 4206 m.

Sveglia alle 3.30, smontaggio tenda, chiusura sacchi a pelo e alle 4.30 siamo in cammino.
Saliamo passando quasi a ridosso della parete rocciosa dove non vi sono crepacci aperti, è tutto “tappato”, per poi spostarci verso valle per evitare due piccole slavine scese nei giorni scorsi; il rigelo notturno ha reso abbastanza portante il manto nevoso anche se decidiamo di progredire con le nostre ciaspole: i ramponi per ora li lasciamo nello zaino.
Decidiamo di percorrere la “vecchia via”, un po’ più ripida ma certamente più veloce.

Passiamo sotto la zona dei seracchi, da fare il più velocemente possibile: ormai siamo a 3700 m ci rimangono solo 500 metri per raggiungere la cima.
Arriviamo infine al vastissimo pendio nevoso dove la pendenza diminuisce: ora dobbiamo affrontare l’ultimo tratto che si presenta decisamente più ripido e soprattutto con il manto nevoso molto molle. Le ciaspole non tengono più: ci dobbiamo mettere i ramponi che, pur sprofondando, ci danno maggior sicurezza.

Ci siamo: siamo arrivati sul grande pianoro sommitale: la croce di vetta non è lontana anche se, purtroppo, in pochissimi istanti il cielo azzurro scompare e le nuvole avvolgono tutto! Il sospirato panorama non c’è; non importa siamo in vetta a 4206 m.

In discesa non ci rimane che seguire a ritroso la nostra traccia già percorsa in salita. Prevedere circa 3 ore per raggiungere la Langflue. Lo zero termico è alto conviene scendere velocemente e cercare di scivolare il meno possibile: ci rimettiamo le ciaspole per cercare di non sprofondare ma la neve già a 3800 m è molle e ci rallenta…non importa l’ultima funivia è alle 16.00 e noi siamo in ampio vantaggio.

Arriviamo a Langflue e recuperiamo la nostra attrezzatura da bivacco…un buon rostii e una birra al ristorante della funivia e poi giù a Sass Fee, anche perché si rimette a piovere e giunti al parcheggio dove abbiamo lasciato al macchina ci aspetta un viaggio di altre 3 ore con i numerosi cantieri fino al Passo del Sempione e poi nel tratto Domodossola Milano.

Pic du Lac Blanc 2980 m

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Da Nevache, raggiungibile via Monginevro o dal Colle della Scala, si sale lungo la strada per l’alta Val de la Clarée, fino a Fontcouverte dove c’è il campeggio. Noi posteggiamo nel grosso piazzale sterrato antistante all’ingresso del camping e non sulla strada come molti fanno!

Dopo avere lasciato l’auto nel grande parcheggio, ritorniamo fino al ponte vicino alla chiesetta e percorriamo la strada sterrata che entra nel bosco e sale piuttosto ripida conducendoci al Refuge Ricou 2115 m, con splendida vista sul massif des Cerces.

Dal rifugio, seguendo le indicazioni per i laghi, dopo avere superato l’incrocio con il Chemin de Ronde, attraversiamo leggermente verso destra sbucando nella conca che ospita il bellissimo Lac Laramon 2359 m. La neve è sparita e si possono vedere delle belle trote che indisturbate si muovono nelle limpide acque.

Superato il lago mantenendosi sulla sinistra, in circa 20′ prima in leggero falsopiano, e poi su buon sentiero e roccette, raggiungiamo il Lac du Serpent 2448 m: il lago si presenta ancora quasi completamente ghiacciato.
Il nostro obiettivo di giornata è quello di raggiungere la vetta del Pic du Lac Blanc a circa 3000 metri; proseguiamo ma la neve, che nella prima parte del percorso era assente, inizia ad esserci anche se a tratti: la vetta è ora visibile in direzione nord.

Siamo poco sotto il colle: l’ambiente è invernale; decidiamo di calzare le ciaspole: lo scarso rigelo notturno, vista la stagione, non ha permesso alla neve di essere portante e quindi la progressione diventa un po’ più lenta.
Raggiungiamo il col du Grand Cross a 2830 m e, lasciate le ciaspole, iniziamo a risalire il ripido pendio detritico che non ha neve che lo ricopre.
Puntiamo decisamente al filo di cresta: qui troviamo neve abbondante in alcuni tratti e blocchi di roccia affioranti che rendono questo tratto divertente.

La vetta è formata da due cime di pari quota, la principale è la prima che si incontra, contrassegnata da un ometto e un rudere utilizzabile come riparo dal vento.
Le nubi aumentano così come il vento: qualche foto e poi ripercorrendo il medesimo percorso scendiamo al colle: inizia a nevischiare…poca roba ma dobbiamo coprirci.
Scendiamo rimettendo le ciaspole e sfruttando tutti i tratti ricoperti dalla neve che, seppur molle, rende la discesa decisamente più rapida.
Torna il sole…quando raggiungiamo il primo lago ci fermiamo per una meritata merenda. Proseguiamo e, superato il rifugio, rientriamo nel tratto di sentiero che si sviluppa nel bosco e, in breve, siamo al parcheggio dove abbiamo lasciato la nostra auto.

Sulle creste di Rocca Sella

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Dopo le nostre esplorazioni di gran parte dell’Alta Val di Susa abbiamo allargato le nostre avventure alla bassa valle andando alla scoperta di Rocca Sella.

Lasciata l’auto a Combe, frazione del più grande comune di Caprie, inizia l’avvicinamento.

Imbocchiamo vicino al parcheggio il sentiero “canalone” che seguiamo fino a quota 1300m; qui, una volta raggiunto il ghiaione, attaccano le creste.

Per goderci a pieno questo ambiente decidiamo di percorrere per prima la via Alotto dividendoci, per poterci allenare, in due cordate ognuna dotata di 30m di corda, friends, fettucce e tutto il necessario per legarsi in sosta.

Il primo tiro presenta diverse varianti: noi decidiamo di seguire una serie di salti appoggiati in cima ai quali attacca una paretina che attrezziamo con dei friends per stare più in sicurezza fino alla prima sosta al chiodo colorato in rosso (II). Da qui camminiamo qualche metro lungo una cengia fino a una freccia e alcuni bolli sulla parete che portano a un passaggio più tecnico (IV) che superiamo spingendo e affidandoci agli appoggi. Diminuisce poi la difficoltà per un primo tratto tra massi ed erba fino a raggiungere l’ultima crestina più aerea e panoramica di questa via.

A questo punto il percorso non è obbligato, decidiamo quindi di proseguire il nostro itinerario attraversando il canale che divide le vie spostandoci verso la cresta Accademica. Dopo un tratto camminato raggiungiamo il primo tiro su uno dei torrioni (III/III+) dove saliamo tirando un po’ le prese.

Da qui proseguendo lungo una cengia raggiungiamo e scaliamo un camino (II+) da cui, appena usciti, vediamo la cappella posta in cima; un breve tratto sul sentiero canalone che porta a scendere lungo una placca. Continuiamo in conserva sulle ultime roccette presenti (II) fino ad arrivare in vetta.

Dopo esserci goduti il panorama del tramonto sul Monviso, imbocchiamo per la discesa uno dei sentieri ben segnati da tacche e cartelli nel bosco e in 45 minuti siamo di nuovo alla macchina al termine di una giornata fantastica!