Punta Giordani

Altezza: 4046 m.
Dislivello: 771
Durata: 2h30′
Difficoltà: 5 su 10 (F+/I) [+ Info]
Periodo consigliato: Da Giugno a Settembre (secondo le condizioni del ghiacciaio)

La Punta Giordani è il 4000 del massiccio del Monte Rosa più basso, con i suoi 4046 m. Pur costituendo geograficamente una spalla della Piramide Vincent, è stato inserito nella lista delle 82 vette alpine che superano i 4000 metri, collocandosi al 67° posto di questo elenco. Come la Piramide Vincent, cima che la sovrasta, la Punta Giordani si trova lungo lo spartiacque, che prendendo avvio dal Ludwigshöhe, divide la valle del Lys, a Ovest e la Valsesia, a Est. Nella conca tra la Piramide Vincent e la Punta Giordani, è situato il Ghiacciaio di Indren, che scende in direzione Sud-Ovest verso la Valle del Lys e che si percorre regolarmente con la via normale. La presenza di questo ghiacciaio rende la vista della montagna poco appariscente, anche per la vicinanza alla Piramide Vincent. Verso Est invece è presente invece il Ghiacciaio delle Piode, che occupa il versante valsesiano del massiccio del Monte Rosa (Sud). Da questo versante, quasi in contrapposizione con quello Ovest, la nostra sommità assume una fisionomia totalmente differente: una splendida piramide di roccia sovrasta la Valsesia, mettendo in evidenza la famosa Cresta del Soldato. La Punta Giordani è stato il primo 4000 del massiccio del Monte Rosa ad essere scalato, anche per la facilità d’accesso. Pietro Giordani, il 23 luglio 1801, compì la prima salita della montagna, in completa solitudine. Testimonianza di questa prima salita, è una lettera dello stesso Giordani scritta ad un amico, il notaio Michele Cusa di Varallo, nella quale ricorda il luogo dal quale sta scrivendo la missiva. La difficile individuazione dell’itinerario compiuto, porta a ricordare anche una seconda data. Risale infatti al 10 agosto 1877 la prima ascensione certificata dell’attuale via normale della Punta Giordani, ad opera di G. Calderini, V. Zoppetti e G. Gugliermina. La prima salita dell’arcigna parete Est della Punta Giordani, risale al 1926, quando Giuseppe Chiara, Luisa Resegotti e Maria Antonietta Resegotti raggiunsero la cima dopo aver superato le difficoltà del canalone centrale, rischioso per la frequente caduta di massi. Trascorrono diversi anni prima che si compia una nuova impresa sulla medesima parete Est. Risale al 14 luglio 1940 infatti l’apertura della “Via degli Alpini”, ad opera del tenente Renato Willien con Damiano Arnod e Pierino Brunodet. Questa salita più diretta della precedente rimane comunque molto esposta alla caduta di massi. Anche per questo motivo si hanno notizie di una sola ripetizione della “via degli Alpini”, compiuta nel 1982 da Nadir Crestani ed Alfio Rinaldo, proprio il 14 luglio, esattamente 42 anni dopo.

Accesso: L’accesso può avvenire sia da Alagna, sia da Gressoney-la-Trinitè (Staffal), attraverso gli impianti che conducono prima a Passo dei Salati, quindi a Punta Indren. L’itinerario prende avvio proprio dalla stazione della funivia.

Itinerario: Dall’uscita della funivia (3275 m.), si mette piede fin da subito sul Ghiacciaio di Indren. Il percorso abbandona quasi subito la traccia che sale verso il Rifugio Città di Mantova e la Capanna Gnifetti, per svoltare verso destra. La pendenza aumenta progressivamente e l’itinerario procede sino ad un piccolo ripiano nevoso. Alcune rocce affioranti diventano punto di riferimento circa la direzione da seguire, così come la sommità, sempre bene visibile durante la salita. Nell’ultimo tratto, alcuni zig-zag, permettono di toccare la cresta nevosa sommitale, in prossimità della cima vera e propria. Alcuni brevi passi su roccia consentono di toccare la piccola statua della Madonna che segna la massima sommità della Punta Giordani.

Discesa: Lungo lo stesso itinerario di salita.

Note: L’assenza di particolari difficoltà ed il facile accesso rendono la Punta Giordani uno delle vette che superano i 4000 metri più facili delle Alpi. Può essere dunque per molti una prima esperienza a queste quote, per addentrarsi nel mondo dell’alpinismo. La presenza della funivia di Punta Indren, inoltre, permettono di effettuare la salita anche in giornata, senza ricorrere a pernottamenti in rifugio. Non bisogna tuttavia dimenticare che la salita si svolge in un ambiente di alta montagna e che, per questo, è bene avere una buona preparazione fisica per affrontare il percorso. La cima, pur non essendo tra le più alte della zona, permette un bel colpo d’occhio nella zona circostante, tanto verso le altre cime del massiccio del Monte Rosa, quanto verso le vallate alpine, che si estendono verso la pianura. A testimonianza dell’ottimo panorama del quale si può godere dalla cima, si possono ricordare il Monte Bianco, visibile in direzione Ovest, il Gran Paradiso, verso Sud-Ovest e sullo sfondo, a Sud, il Monviso, con il suo inconfondibile profilo.