Un giro ad anello nel Parco Naturale Orsiera Rocciavrè

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Parco Naturale Orsiera Rocciavevrè, 19 Luglio 2020


Le previsioni meteo di oggi sono buone, il cielo sembra azzurro…andiamo in Val Chisone e lasciata l’auto nelle vicinanze del Rifugio Selleries iniziamo a percorre il sentiero che conduce al colle di Malanotte superiore. Il tracciato è ben segnalato e in breve siamo al casotto dei Guardiaparco, vicino al bivacco che a causa dell’emergenza sanitaria Covid-19 è chiuso.
Proseguiamo, il sentiero si fa un po’ più ripido ma appena spiana siamo al laghetto Laus dove si specchia la Punta Cristalliera, prima cima della giornata.
Mentre saliamo facciamo l’incontro con dei giovani stambecchi che non sembrano particolarmente impauriti dalla nostra presenza.

Superiamo una pietraia ed iniziamo a salire il ripido pendio che ci permetterà di giungere alla cima della Punta Cristalliera a 2801 m. Panorama stupendo: si possono scorgere le cime del Monte Rosa, il Monviso, gli Ecrins e pure la Vanoise… spettacolo!

Il tempo di qualche foto e decidiamo di scendere seguendo il sentiero che ci porterebbe a Mattie: giunti a 2400 m. prendiamo però il sentiero che andando nella direzione opposta ci permetterà di raggiungere il colle di Malanotte inferiore a 2587 m
Saliamo sulla cima della Punta Pian Paris a 2742, quindi raggiungiamo il Passo del Sabbione; volendo chiudere il giro ad anello ed avendo l’auto in prossimità del rifugio Selleries, tralasciamo l’idea di scendere al rifugio Toesca .
Le nuvole, purtroppo, stanno coprendo tutto… pazienza ormai il giro è terminato.

L’inizio di questa estate un po’ particolare

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Cima Fea Nera

Anche quest’anno è arrivata l’estate, la stagione più bella per vivere a pieno la montagna. L’emergenza sanitaria si sta attenuando, ma l’attenzione rimane alta e di conseguenza questa sarà un’estate un po’ particolare.

Abbiamo dovuto cambiare molti dei nostri comportamenti e delle nostre abitudini ed anche “l’andar per monti”, in qualche misura, ne è stato influenzato.

Abbiamo pensato di iniziare con una lunga escursione, priva di difficoltà, molto piacevole per il contesto all’interno della quale si svolge ed utile per mettere nelle gambe un po’ di chilometri. Il nostro itinerario ci ha condotti prima al Colle dell’Albergian e poi alla vetta della Fea Nera.

L’itinerario

Il punto di partenza è la bella frazione di Laux nel comune di Usseaux. La giornata è molto nuvolosa e per gran parte del percorso la visibilità sarà piuttosto ridotta. Per circa un’ora si segue una strada sterrata, poi si supera un alpeggio e si prosegue in un bel bosco di conifere, all’interno del quale si possono trovare alcune belle sculture sugli alberi.

Si volge a destra e si affrontano alcune svolte, mai ripide. Uscendo dal bosco si affronta un lungo diagonale, dove abbiamo la fortuna di vedere da vicino un piccolo gruppo di stambecchi.

Senza ulteriori difficoltà e facilitati dalla poca neve presente raggiungiamo il Colle dell’Albergian, dopo aver superato gli ultimi 400 metri di dislivello, sempre su ottimo sentiero.

Sebbene le previsioni meteo prevedessero l’arrivo della pioggia nel primo pomeriggio, le condizioni rimangono buone e ci spingono a proseguire fino alla vicina vetta della Fea Nera, 2946 metri.

Le tante nuvole non ci impediscono di godere di qualche bello scorcio: molto vicino in direzione Ovest, il Monte Albergian, verso Nord una delle poche vette visibili è il Monte Orsiera, con la sua caratteristica forma, verso Sud invece il Monviso è totalmente nascosto.

21 chilometri, 1600 metri di dislivello: il ritorno è lungo, ma è stato un bell’inizio per questa estate un po’ particolare.

Nuova sezione: vie ferrate

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In questi giorni di quarantena, il tempo libero è certamente maggiore del consueto. Per metterlo a frutto, abbiamo pensato di arricchire la sezione itinerari con un’attività a cui dedichiamo alcune delle nostre giornate in montagna: le vie ferrate, con la speranza di poter tornare al più presto all’aria aperta.


Un po’ di storia

Le via ferrate nascono alla fine dell’Ottocento, in Austria, ma conoscono un rapido sviluppo a partire dal primo decennio del Novecento. Il tragico evento della Prima Guerra Mondiale vede le Alpi come uno dei suoi scenari principali e l’esigenza di creare avamposti arditi spinge l’esercito italiano e quello austroungarico a creare numerose vie ferrate.

Nel secondo Dopoguerra questi percorsi divennero luoghi della memoria e la mancanza di interesse sportivo portò ad un rapido deterioramento delle loro condizioni. Solo con gli anni Settanta ed Ottanta ed il forte impulso francese, le vie ferrate rinacquero, assumendo una nuova connotazione e diventano in breve tempo “di moda”.


Proprio per via della loro storia, le vie ferrate sono particolarmente numerose nel gruppo delle Dolomiti ed in territorio austriaco, dopo il ricordo della Grande Guerra non si è perso, ma anche sulle Alpi Occidentali si trovano numerosi itinerari. La nostra sezione tratta proprio di questa regione alpina e propone tanto vie ferrate di carattere sportivo, quanto legate alla storia di queste montagne.

Impossibile non ricordare il Monte Chaberton, le sue cannoniere e la nuova via ferrata che permette di raggiungere la cima attraverso il Petit Vallon.